Sicilia Jazz Festival

Gli artisti

“DI COSA VIVE L’UOMO?” – LA MUSICA DI KURT WEILL PEPPE SERVILLO & COSTANZA ALEGIANI CON OJS DIRETTA DA MARCO TISO

Le composizioni di Kurt Weill sono classici che appartengono ad ogni ambito musicale, dal jazz al pop, e sono state rese immortali da interpreti straordinari come Louis Armstrong, Sting, Billie Holiday, i Doors, Ella Fitzgerald, Lou Reed, Frank Sinatra, Tom Waits, Ute Lemper, Milva e mille altri ancora. Molte di queste canzoni, con testi in italiano, rivivono in una produzione di rimarchevole spessore che ha i suoi punti di forza nell’arte di Peppe Servillo, figura tra le più carismatiche del nostro teatro musicale, nella versatilità di Costanza Alegiani, giovane ma affermato talento vocale, negli arrangiamenti originali di Gianluigi Giannatempo e nell’esecuzione dell’Orchestra Jazz Siciliana diretta da Marco Tiso, bacchetta di grande personalità e competenza.

Le canzoni di Kurt Weill, sia le prime, quelle del periodo legato al teatro berlinese, sia le successive, composte negli Stati Uniti soprattutto per i musical di Broadway, hanno una caratteristica di unicità nel loro fondere generi e stili musicali diversi, nel loro rimanere meravigliosamente sospese e continuamente oscillanti tra confine colto e popolare, tra patinate raffinatezze di gusto hollywoodiano e cadenze cabarettistiche accese e spesso ruvide, tra toni morbidi e romantici e luci taglienti, sanguigne e sensuali. Forse è proprio per questo che canzoni memorabili come “Mack the knife”, “September song”, “Speak low” o “Alabama song” oltre a rimanere incredibilmente attuali nonostante il trascorrere del tempo riescono a mantenere intatto il potere di seduzione in tutte le chiavi in cui sono state declinate, che sia jazz o rock, folk oppure cabaret, e qualunque sia il taglio interpretativo donato loro da artisti tanto eccelsi quanto diversi come Louis Armstrong, Sting, Billie Holiday, i Doors, Charlie Haden, Ella Fitzgerald, Lou Reed, Frank Sinatra, Tom Waits, Carla Bley, Ute Lemper, la nostra Milva e mille altri ancora. La bellezza di queste canzoni immortali è da sola più che sufficiente a rendere imperdibile questo omaggio a Kurt Weill ma lo spettacolo offre molti altri motivi di interesse, a cominciare dalla presenza di Peppe Servillo, voce e leader degli Avion Travel, figura tra le più carismatiche del nostro teatro musicale e abilissimo nell’attraversare territori molto diversi, proprio come richiede questo speciale repertorio. Sul palco, inoltre, c’è Costanza Alegiani, nuovo magnifico talento vocale di grande versatilità e artista avvezza a cimentarsi anche nel teatro, nella danza e nella letteratura. La produzione artistica varata dal Brass Group è resa ancor più stuzzicante dai testi tutti in italiano (il pubblico, quindi, potrà meglio sintonizzarsi emotivamente con le storie narrate dalle canzoni), dagli arrangiamenti originali scritti da Gianluigi Giannatempo e dalla direzione di Marco Tiso, bacchetta di grande personalità e competenza (segue sin dall’inizio il progetto) che adesso offre all’Orchestra Jazz Siciliana la possibilità di aggiungere un’esperienza del tutto nuova al proprio lussureggiante percorso.

“AN EVENING WITH MALIKA AYANE”
MALIKA AYANE CON OJS DIRETTA DA DOMENICO RIINA

Malika Ayane come non l’avete mai sentita. In questo inedito progetto varato dal Brass Group, la cantante milanese, artista versatile e di inimitabile talento vocale, si innamora del jazz accetta la sfida di reinterpretare in modo del tutto differente le canzoni che ne hanno segnato la carriera ed i numerosi classici cui ha spesso dato versioni memorabili. Brani come “Tre cose”, “Senza fare sul serio”, “Come foglie” (suo primo successo sanremese del 2009) oppure “La prima cosa bella” e “Che cosa hai messo nel caffè” rivivono in chiave squisitamente jazz con gli arrangiamenti di Antonino Pedone e coi suoni scintillanti dell’Orchestra Jazz Siciliana diretta da Domenico Riina.

In poco più di dieci anni Malika Ayane si è affermata come uno dei talenti più riconoscibili, estrosi e di maggior personalità della canzone italiana. Le varie partecipazioni al festival di Sanremo ogni volta hanno lasciato il segno, riscuotendo sia i favori del pubblico che il plauso della critica più attenta e tutto ciò ha trovato riflesso in rilevanti vendite discografiche (davvero molti i dischi d’oro e di platino finora conquistati), in concerti immancabilmente sold-out e in una quantità di premi e riconoscimenti tra i più esclusivi e prestigiosi. Ad una qualità vocale dal timbro inconfondibile ed alle notevoli doti di scrittura e di presenza scenica che ne hanno decretato il successo trasformandola in autentica popstar, la cantautrice milanese aggiunge, inoltre, una preparazione musicale, uno spessore artistico ed un’ampiezza di esperienze che non è facile vedere concentrate in una sola cantante: Ayane, infatti, ha studiato violoncello in conservatorio (e talvolta lo suona), ha cantato per molti anni nel coro delle voci bianche alla Scala, come voce solista in ambito classico è stata diretta da bacchette prestigiose come quelle di Riccardo Muti, Giuseppe Sinopoli e Riccardo Chailly, ha spesso affrontato e conosce bene blues, jazz, gospel e rock, scrive per il grande e piccolo schermo e si è cimentata anche come attrice di cinema e teatro, interpretando ruoli di protagonista in alcuni musical di grande successo. In questo affascinante progetto del tutto inedito prodotto dal Brass Group, Malika Ayane ha accettato con entusiasmo l’idea di proporsi al pubblico come jazz singer e condensare in un unico concerto la propria carriera, rileggendo con arrangiamenti scritti per l’occasione da Antonino Pedone e accompagnata dall’Orchestra Jazz Siciliana diretta da Domenico Riina, molti dei successi (propri e altrui) che ne hanno segnato la parabola artistica, tra cui “Come foglie” (brano presentato al suo primo Sanremo del 2009), “Ricomincio da qui”, “Feeling better”, “La prima cosa bella”, “True life”, “Tre cose”, “Little brown bear”, “Che cosa hai messo nel caffè”, “Senza fare sul serio”, “Adesso e qui”, “A mani nude” e molti altri ancora. Una Malika Ayane, insomma, come finora non la si era mai sentita.

“GOLD VOICE” – CON OJS DIRETTA DA VITO GIORDANO

“Gold Voice” è Tony Hadley, magnifico artista che dal ruolo di acclamata rockstar come cantante e frontman degli Spandau Ballet è approdato in anni più recenti alla dimensione di raffinato jazz singer capace di affrontare con una vocalità ancora intatta e smagliante e con una carica di swing davvero contagiosa i classici internazionali più famosi. In questa sua terza esperienza con l’Orchestra Jazz Siciliana, stavolta diretta da Domenico Riina, l’artista londinese propone un repertorio vario e affascinante tra standard del jazz, sue composizioni originali e qualche successo degli Spandau Ballet (tra cui “True” e “Through the barricades”), spaziando tra “Love for sale” di Cole Porter, “Wives and lovers” di Burt Bacharach, “Bewitched” di Lorenz Hart e Richard Rogers, “I will wait for you” di Michel Legrand ed altri grandi classici senza tempo.
Tony Hadley appartiene a quella ristretta cerchia di artisti che ignorano i confini tra generi e stili e attraversano la musica badando soprattutto all’autenticità delle emozioni. Non sorprende, dunque, che il cantante britannico sia stato capace di transitare con sorprendente naturalezza dal ruolo di rockstar, in qualità di frontman di quegli Spandau Ballet che negli anni Ottanta contendevano ai Duran Duran di Simon Le Bon la supremazia del più luccicante pop internazionale, alla dimensione di raffinato jazz singer capace di affrontare i classici immortali della tradizione con una autorità pari alla carica di swing che sprizza dalla sua intensità interpretativa e da una vocalità ancora intatta e smagliante. Stupisce, semmai, che l’artista non si sia dedicato prima al repertorio jazz, rivelatosi particolarmente congeniale alla sua vocalità, ma evidentemente non deve essere stato facile lasciarsi alle spalle luci e clamori della ribalta pop e resistere al fascino dello stardom ed anche all’insistenza di un pubblico adorante che induceva il cantante a tentare una reunion con gli Spandau Ballet, prima dell’abbandono definitivo nel 2017 (la band si è poi sciolta due anni dopo per l’impossibilità di trovare un frontman altrettanto efficace e carismatico). Vale ricordare che l’attuale realtà jazz di Hadley ha un legame molto forte con il Brass Group perché fu proprio a Palermo nel gennaio 2008, assieme all’Orchestra Jazz Siciliana diretta dal celebre trombettista Duško Gojković, che l’artista londinese tenne il suo primo concerto swing al di fuori dall’Inghilterra, rinnovando poi l’esperienza tre anni dopo, in occasione del Seacily Jazz Festival 2011, sempre affiancato dalla big band siciliana stavolta diretta da Carmelo Caruso. Lo splendido feeling che Hadley aveva già instaurato con l’Orchestra Jazz Siciliana nelle due precedenti occasioni si consolida, adesso, in questo terzo concerto che sul podio vede la prestigiosa bacchetta di Domenico Riina, resident conductor della formazione. Il repertorio è in buona parte tratto da alcuni suoi dischi, a cominciare dal doppio “Passing strangers” del 2006, primo album di swing orchestrale inciso da Hadley, ed è assai vario e affascinante perché mette assieme, rivestiti da nuovi arrangiamenti, standard del jazz, composizioni originali dello stesso cantante ed alcuni successi del periodo con gli Spandau Ballet (tra cui, inevitabilmente, “True” e “Through the barricades”), spaziando tra “Love for sale” di Cole Porter, “Wives and lovers” di Burt Bacharach, “Bewitched” di Lorenz Hart e Richard Rogers, “I will wait for you” di Michel Legrand ed altri grandi classici senza tempo.